Devi per forza stare su Instagram se sei un professionista? Skip to main content

Instagram fino a qualche anno fa era il paese delle meraviglie. O il regno dell’autunno, delle tazze fumanti, delle foglie croccanti e colorate che popolavano foto di boschi di incredibile bellezza.
Instagram era ispirazione, conversazione, racconto del proprio dietro le quinte: che si fosse artigiani o web designer, quel canale era il luogo in cui far risuonare la propria voce a un pubblico affine e interessato.

Oggi Instagram è una piattaforma quasi irriconoscibile: popolata di reels e video dinamici, sponsorizzate continue, contenuti informativi veloci. E dove un tempo c’era l’ispirazione fotografica oggi c’è l’edutainment (una modalità che informa divertendo, dalle parole inglesi educational + entertainment).

Sono cambiati i tempi insomma, più di quanto siamo cambiati noi, che avevamo appena preso confidenza con le stories parlate, per ritrovarci travolti da gif e quiz e poi dall’IGTV. E poi dalle dirette. E poi dalle dirette condivise. E poi dai caroselli. E appena finalmente sperimenti la fatica di esporti nelle live ecco che arrivano i reels, in un continuo cambiamento della piattaforma.

Che crisi, Instagram!

Insomma, Instagram ci ha messo in crisi. Ha spazzato via le nostre certezze in forma di piano editoriale, ci ha fatto sentire un po’ boomer quando ci siamo rifiutati di seguire il trend dei reels con balletti e musiche pop in sottofondo. Soprattutto ci ha mandato in crisi perché quello che fino a ieri funzionava e ci portava crescita, visibilità e possibilità di far arrivare i nostri messaggi alle giuste personas, oggi sembra non funzionare più. O perlomeno, i risultati sono drasticamente calati rispetto anche solo a un anno fa.

E così, i clienti dei miei percorsi di strategia, perlopiù liberi professionisti, sono qua a dirmi che basta, non ne possono più. Instagram è diventato il luogo dell’ansia e della performance continua, piuttosto che del confronto e del dialogo con il loro pubblico.

E da qui nasce la domanda, che mi viene rivolta sempre più spesso: posso evitare Instagram e concentrarmi solo su altri canali?

Quanto è strategico Instagram per te?

La risposta all’uso di questo strumento dipende da quanto peso ha per te questo canale.
Ci si trova il tuo pubblico?
È un canale chiave nel processo d’acquisto del tuo cliente? E soprattutto: che conseguenze avrebbe per te non esserci?
Ragionando sul peso di questo canale nella tua strategia, puoi capire se ha senso o meno lasciarlo.

A prescindere dal tuo permanere su questa piattaforma però, un consiglio mi sento di dartelo: non renderlo l’unico canale rilevante nella tua strategia. Se ancora non l’hai fatto, predisponi la tua presenza online su altri canali e tutelati per il futuro. Negli ultimi mesi infatti, i cambiamenti costanti e i cali di copertura su Instagram hanno danneggiato economicamente chi ne faceva l’unica fonte di visibilità o acquisizione clienti.

L’email marketing è sempre più importante

Se i canali social possono sicuramente portare visibilità e interesse per i tuoi contenuti e per la tua offerta, sono sicuramente sempre più indispensabili dei canali proprietari che ti aiutino a mantenere la relazione con chi ti ha “conosciuto” attraverso i social. Come si dice spesso oltreoceano “money is in the list”: cioè il vero valore economico non è nella fugacità di un follow ma nel suo diventare qualcosa di più: una persona disposta a fornirti il suo indirizzo email e quindi molto più interessat* ad ascoltarti. Se ancora non hai quindi ragionato sul tuo email marketing, è il momento di fare questo passo.

Fidelizzare e allungare il ciclo di vita del tuo cliente

Un’altra strategia sempre più indispensabile per i liberi professionisti che vogliono ridurre l’impatto di Instagram o dei social in generale sul loro fatturato, è quello di lavorare bene di fidelizzazione. Questo non significa continuare a vendere il più possibile al proprio cliente, ma partire dalla domanda chiave da farsi quando si costruisce l’offerta per lui.

Al termine dell’erogazione del servizio puoi chiederti: di cosa ha bisogno ora? In che modo posso aiutarlo ancora? Per esempio:

  • con un affiancamento, un assistenza o un monitoraggio dei risultati?
  • con un servizio avanzato, che metta a sua disposizione un altro pezzo delle mie competenze?
  • con un prodotto complementare a quello che ha già acquistato?

Aumentare il ciclo di vita di un cliente è vantaggioso per entrambi: il cliente soddisfatto preferisce rimanere legato a un professionista di riferimento piuttosto che impegnarsi in una nuova ricerca, mentre tu ottimizzi lo sforzo di acquisizione nel tempo.

Creare contenuti non è più sufficiente

Se sei un libero professionista, avrai notato che molti progetti arrivano quando qualcuno ti ha conosciuto e apprezzato nelle tue qualità. Nulla riesce ad accelerare la conoscenza e consapevolezza quanto il networking, la partecipazione agli eventi, l’esposizione di persona. Valuta connessioni dal vivo, stingi relazioni, cura il networking in modo pro-attivo e continuativo.
Diventa infatti sempre più importante nella costruzione di un’attività che funziona e sta in piedi crearsi uno spazio relazionale che ti permetta di ricevere proposte a prescindere dagli andamenti del mondo digitale.

Lo stesso Freelance in Wonderland, il mio programma di strategia per liberi professionisti,  verrà integrato con strategie di marketing sul territorio, proprio per aiutare la costruzione di una rete solida che diventi un ulteriore canale.

In sintesi quindi, no. Non devi stare per forza su Instagram, purché cominci a mettere insieme gli step di una strategia più integrata e completa a sostegno del tuo business.

 

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