Comunicare per generare valore | Digital strategist Skip to main content

Prima di aprire questo sito e questo blog mi sono fatta un sacco di domande. Mi sono chiesta se avesse davvero senso farlo, se avessi sul serio qualcosa di nuovo o originale da dire. La paura più grande, che probabilmente è quella di molti, era scrivere o dire cose poco interessanti, ripetitive, noiose. C’era quella sensazione perenne del “già scritto, già detto, già sentito”, quel senso di “chi sono io per dire la mia”.
Sono uscita da questo blocco quando ho deciso di abbandonare l’idea di essere rivoluzionaria a tutti i costi, perché si può avere una visione unica, originale anche di cose già scritte e sentite mille volte. La propria visione.
Ho smesso di chiedermi “sarò interessante?” e ho invece cominciato a chiedermi “cosa interessa al mio pubblico? cosa gli è veramente utile?”.

CREARE VALORE FA LA DIFFERENZA

Spostare l’attenzione sugli altri, mettersi al servizio del potenziale cliente è un meccanismo potente. Richiede sicuramente uno sforzo in più rispetto al semplice pubblicare contenuti seguendo un piano editoriale, ti chiede di focalizzarti su ciò che rimane agli altri di te, quell’elemento in più che solo tu hai, la tua prospettiva unica sugli argomenti di cui scegli di parlare.
Creare valore implica anche una presa di coscienza di noi stessi come consumatori di informazioni: siamo bombardati di immagini e testi, leggiamo tanto ma assorbiamo poco e ci ricordiamo SOLO di quegli articoli e di quelle nozioni che hanno fatto la differenza. Ci rimane impresso ciò che ci ha fatto ridere di gusto, ci ha fatto conoscere qualcosa che prima non sapevamo, ci ha ispirato. Ci ricordiamo di ciò che in qualche modo ha avuto un impatto nella nostra vita.

COME CREARE VALORE A PARTIRE DA 5 DOMANDE

Ci sono tanti metodi per decidere cosa comunicare al proprio pubblico. Per me lo strumento più semplice rimane anche il più efficace e il più potente: le domande giuste. Se curi la comunicazione di una piccola attività puoi partire dalle famose 5-Ws  del giornalismo americano (Why, Who, What, Where and When). Sono utili perché fungono un po’ da checklist e funzionano sia in maniera strategica (quando pianifichi il tuo piano editoriale), che operativa (quando sei lì con il “foglio bianco” a chiederti se quello che vuoi scrivere/fotografare/illustrare ha un senso). Secondo me risultano particolarmente utili in quest’ordine:

  1. PERCHÉ? 
    La prima domanda che puoi farti è la madre di tutte le domande: perché stai comunicando? Quale obiettivo hai? Darti una risposta ti serve soprattutto a evitare un tipico errore di chi è agli inizi: produrre contenuti a raffica, senza un vero piano, senza un motivo forte dietro. Un classico cattivo esempio è quello di chi apre un blog o una pagina Facebook perché ha sentito che oggi è indispensabile e che ce l’hanno tutti.
    Una buona risposta invece, potrebbe essere quella di una nutrizionista che sceglie di comunicare perché vuole far conoscere a suoi potenziali clienti un servizio che offre: le diete per sportivi. Ha un motivo forte e anche un obiettivo chiaro: raggiungere potenziali interessati a questo servizio e fargli sapere che esiste.
  2. CHI?
    Quando comunichi è importante che visualizzi il tuo interlocutore, quando crei un prodotto il tuo potenziale acquirente. Un buon esercizio qui è chiederti con chi stai parlando e costruirti un profilo immaginario di questa persona. Sempre la nostra nutrizionista ha fatto una ricerca durata diverse settimane: ha aperto vecchi archivi, controllato i dati dei suoi vecchi clienti, ha fatto un analisi del pubblico che seguiva la sua pagina Facebook e il suo sito e ha capito che in maggioranza la seguono donne sui 40 anni, madri e che la maggior parte di dubbi che le ponevano provenivano da chi desiderava riprendere la forma fisica dopo la gravidanza. Questo le ha permesso di avere un profilo chiaro del pubblico a cui si rivolgeva.
  3. COSA?
    Cosa scrivo? Che contenuti scelgo di produrre? Questo è il momento di brainstorming creativo, quello in cui puoi pensare agli interessi del tuo pubblico potenziale e del linguaggio più adatto per veicolarli.  Per rimanere sull’esempio della nostra nutrizionista, una cosa che scopre in questa fase è che i suoi articoli sugli aminoacidi vengono letti pochissimo, mentre le sue potenziali clienti apprezzano molto i consigli su cosa mangiare a colazione. Questo ci insegna che quello che per noi è interessantissimo (perché siamo DENTRO quel settore e ci appassiona), non lo è necessariamente anche per il pubblico a cui ci rivolgiamo.
  4. QUANDO?
    Quando pubblicare un contenuto? Non è importante chiederselo in termini di orari o giorni della settimana, quanto di cicli temporali. Per molti prodotti o servizi ci sono dei momenti dell’anno più significativi di altri, in cui un contenuto potrebbe risulta più rilevante e di valore.  Se sei una nutrizionista probabilmente sai che l’inizio dell’estate è un periodo critico in cui si avverte di più il disagio nei confronti del proprio corpo. Questo è sicuramente un ottimo momento per creare contenuti su questo tema, magari con l’intento di aiutare qualcuno a scoprire un’alternativa alla solita dieta drastica dell’ultimo minuto.
  5. DOVE?
    Dove si trova il tuo pubblico? Dall’avvento del web 2.0 in molti abbiano smesso di chiederselo e internet è diventato il Klondike dei cercatori d’oro, quel luogo magico in cui si trovavano tutti i clienti. Forse sì, forse no, forse non solo. La nutrizionista di quest’esempio può scoprire che un blog divulgativo è un’ottima idea, ma molti riscontri li genera grazie a giornate divulgative sul territorio e attraverso collaborazioni con chi offre corsi post-partum che incoraggiano la ripresa di un’attività fisica regolare.

Alla fine di questo percorso di domande non avrai sicuramente una strategia di comunicazione, avrai piuttosto una visione più chiara di cosa dire, a chi e con quali modalità. Forse (ed è una cosa che auguro anche a me stessa) ci faremo spaventare meno dalla sensazione di non avere nulla di abbastanza interessante da dire, perché saremo troppo concentrate nella creazione di proposte di valore.

Ti piacerebbe conoscere più da vicino la strategia di un libero professionista?

 

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